Qualche volta, percorrendo il mondo, prigionieri del nostro corpo come l'ostrica della conchiglia, ci accade di scorgere un volto bellissimo. L'apparizione lampeggia; e noi vediamo nel ricordo la Bellezza sopraceleste, simile a quella che avevamo contemplata una volta, risplendente sul suo piedIstallo sacro. Vedendo il volto bellissimo, siamo storditi e sconvolti: un fremito di sacro orrore ci assale, come l'iniziato durante i misteri; qualcosa dei nostri timori di allora si insinua nel nostro spirito. Guardiamo la bella immagine terrestre e la veneriamo profondamente; e se non temessimo di essere creduti pazzi, le offriremmo dei sacrifìci.
P.C.
Stiamo
cercando l'identità della bellezza. Ci sta fregando la pigrizia e la
nostra capacità di adeguarsi. Per produrre bellezza bisogna essere
autoritari e con pochi affetti. Una vita che tutto sommato non è poi
così interessante da vivere.
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